|
Perché Nasce il Pinco ?
……Quando si dice se lo sono sudato……….
Monica e Danilo già volontari fin dai tempi delle scuole medie in rifugi per animali di Torino fanno un mega incidente stradale in Montagna ; 1 volo di 12 metri giù da 1 burrone fino a stamparsi contro 1 albero … fortuna che c’era…. W la natura….
Costretti a stare un anno circa senza poter camminare, tra operazioni, immobilità nei letti del C.T.O di Torino, poi sedie a rotelle e stampelle……
Alla guarigione l’assicurazione paga i trasportati, e arrivano dei bei “soldoni” (80 milioni delle veccie lire!)...
Che fare di questi soldi?
In accordo con 2 altri amici ( Massimo e Fabiana) che hanno accompagnato il Pinco per un periodo in questa avventura,
Si decide di aprire una pensione per cani e utilizzare una parte di struttura per fare rifugio per animali abbandonati, cosi quasi una decina di anni fa, troviamo nel Cunese il posto che fa il caso nostro, una bella cascina grande a Cussanio nel Fossanese immersa nel Verde con tante stalle e tanto spazio per gli animali .
Ok lasciamo Torino e ci trasferiamo nel Cuneese… la prima sono io Monica a lasciare Torino per buttarmi in questa impresa coadiuvata nei week end da Danilo e un sacco di amici che ci danno il cambio nel tempo libero e apportano scambio di idee e il loro operato.
In seguito si trasferisce anche Danilo, e nel tempo fino a tutt’oggi, anche tanti altri amici chi x brevi periodi, chi per qualche anno vengono ad abitare al Pinco dando tutti il loro contributo e cosi il Pinco vive…
Così nasce e vive il New Pinco Pallino Club, che però in breve tempo da pensione per animali di proprietà diviene prima di tutto un canile e in parte pensione …. Questo perché gli animali randagi ti prendono a tal punto da farti finire dentro fino al collo …….
Ora la visione iniziale “Romantica e fiduciosa” nei confronti di una struttura canile e molto mutata, in quanto solo l’esperienza e la casistica di affido ti svelano verità che mai più immaginavi di conoscere …….
E cioè che un canile che dovrebbe esistere solo come luogo di accoglienza “salva vita” temporaneo per offrire ricovero agli animali abbandonati in attesa di una famiglia che li adotti definitivamente, pare invece risultare l’unico luogo sicuro e definitivo per gli animali ospitati.
Infatti all’interno dei canili ci sono cani che ci vivono da anni, senza essere mai stati notati o menzionati nella scelta dai visitatori, altri che vanno e vengono dalle famiglie per i più svariati motivi, vittime delle perversioni di dell’umano capriccioso, altri molto anziani che muoiono nel sonno arrotolati nelle loro cucce all’interno delle gabbie, unico giaciglio che hanno avuto dall’entrata in canile, ma neanche per i più “all’apparenza fortunati” perchè hanno trovato casa, non sempre fila tutto liscio, perché spesso al ricontrollo post affido il cane lo hanno già smarrito da tempo o ceduto a terzi a quarti, quinti etc……..
Quindi ben presto iniziamo a capire che invece di essere per i cani dei tramiti dalla strada fino alla famiglia non siamo altro che dei “cellerini di una galera di innocenti” , nonché unico punto sicuro per gli animali accolti.
Inoltre :-oltre il danno la beffa: La gente butta gli animali e i canili sono i “BOIA”!
Davvero disarmante e molto lontano dall’obbiettivo di partenza … ma ormai cosa fare?
In primis si cerca di fare tutto quello sia possibile x rendere più dolce la “reclusione dei senza colpa” finiti in canile.
Si confida nella buone sorte e in quelle persone che adottano un animale con intelligenza e responsabilità.
Con l’aiuto dei volontari si prova a migliorare la vita agli animali che vivono in rifugio con passeggiate e attenzioni individuali, alleviandoli dalle privazioni e mantenendoli più stimolati.
Comunque negli anni per fortuna, non sono mancati i buoni affidi e la costanza dei volontari storici ed è proprio grazie a questo che riusciamo ad andare avanti senza mai desensibilizzarci e mantenendo sempre vivo il “focus affido” .
Grazie
Grazie a tutti i volontari che si adoperano nei rifugi con passione e costanza ,
Grazie tutti gli adottanti che hanno preso un animale nei rifugi e non lo hanno riportato indietro, che lo hanno curato e vegliato preziosamente con responsabilità e con pazienza, che hanno rispettato i suoi tempi di adattamento, che lo hanno capito e che hanno dato il giusto valore all’adozione di un animale abbandonato, e che hanno dato un senso all’esistenza di un canile.
Monica e lo staff del “ Pincobranco” |
|